Iuri Sandrin SJ
Questione di passione…

Sono nato nel 1974. Ho trascorso i primi vent’anni della mia vita ad Aquileia, un piccolo centro del Friuli conosciuto per la sua storia e per la significatività delle prime comunità cristiane che vi abitavano. È proprio da lì che la mia vita da pellegrino ha mosso i suoi primi passi.

Nei successivi ventidue anni il cammino si è fatto più inteso e movimentato.

Entrato nella Compagnia di Gesù a ventidue anni, ho vissuto in diverse città italiane: Genova, Padova, Bologna, Pisa, Roma, luoghi che hanno scandito le tappe della mia formazione come gesuita. Dal 2020 vivo a Milano, nella comunità dei padri gesuiti di "San Fedele", dove mi occupo per lo più di attività di formazione e pastorale.  

Durante il mio itinerario formativo un’intuizione si è fatta sempre più chiara in me: nella vita si possono fare tante esperienze, si possono acquisire molti strumenti, si può continuamente ampliare il proprio bagaglio di conoscenze… Ma ciò che è fondamentale è appassionarsi per qualcosa! In altre parole, si trattava di mettere a fuoco quel pezzettino di «giardino da coltivare e custodire», per cui sbilanciarsi, coinvolgersi e provare a dare il meglio di sé. Rimane certamente vero che per qualcuno che vuole essere un discepolo di Gesù, la risposta a questa domanda è solo una: il Signore! Tuttavia, è altrettanto vero che nella vita bisogna pur scegliere qualcosa per dare forma a una sequela concreta, bisogna compromettersi in processi di incarnazione in cui si cerca di prendere sul serio qualcosa, per non restare ingabbiati in un indistinto «poter fare tutto», che poi non porta a quagliare nulla…

Ed è proprio mentre andavo chiedendomi: «Cosa mi appassiona veramente?», che nella mia vita ha fatto irruzione la Terra Santa! Nel 2005 fu la «prima volta». Il primo pellegrinaggio in cui è scattato qualcosa e ho iniziato ad appassionarmi a un modo di vivere la fede che riusciva a tenere insieme e unificare tante istanze e desideri presenti in me: una fede esperienziale da maturare, relazioni da coltivare, studi da approfondire, persone e luoghi a cui affezionarsi, la Bibbia come grande compagna di viaggio, mettermi al servizio di altri. La Terra Santa è stata per me il «grande catalizzatore» di tutto questo. Un’esperienza privilegiata di sintesi rispetto a ciò che portavo nel cuore, spesso in modo un po’ frammentato e astratto. Così ha preso forma un modo appassionato e concreto per essere discepolo del Signore e così è cominciata la mia avventura di guida di pellegrinaggi nelle terre bibliche.

Come spesso accade nella vita poi, gli eventi conducono dove non ce lo si sarebbe mai aspettato. Infatti, continuando i miei studi negli anni, non sono state né la Bibbia né la Terra Santa a diventare oggetto dei miei approfondimenti e della mia specializzazione. Sono finito a studiare liturgia e a scrivere una tesi sul rito del matrimonio! Oggi mi ritrovo così a lavorare in una cappella universitaria e a insegnare liturgia.

Eppure, a più di quindici anni da quella prima volta, continuo a vivere quella stessa passione, a condividerla sempre di più con amici e collaboratori con cui negli anni abbiamo elaborato e proposto dei «format alternativi» di pellegrinaggi per giovani e, soprattutto, a sperimentare attraverso tutto ciò l’essere parte di un popolo in cammino che attraverso il farsi pellegrino sulla Terra cerca di mettersi in ascolto di una Parola che sempre provoca e attira.