Dalla pagina Facebook di

Antuan Ilgıt SJ

Vicario Generale e Cancelliere
del Vicariato Apostolico di Anatolia

Intervista a padre Antuan Ilgit 
al  Die Tagespost del 2 marzo 2023

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Intervento di 
padre Antuan Ilgit

alla trasmissione 
"Cristianità" su Rai Italia 
Conduce suor Myriam Castelli
12.2.23

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12 febbraio 2023

Buona domenica a tutti. 
Siamo già al sesto giorno della tragedia che stiamo vivendo; domattina alle 4:17 del mattino sarà già passata una settimana intera dal forte sisma che ha cambiato le nostre vite in 65 secondi. Le scosse continuano; ne ho sentite due stanotte e una al mattino presto. Quest’ultima era abbastanza forte ma non ho trovato forza per alzarmi e scappare. Ognuno reagisce a suo modo e ho scoperto che io tendo a convincermi dicendo “sta tranquillo Antuan, passera! È solo una scossa!” Anche nel corso del sisma mi ero detto la stessa cosa e uscendo dal mio letto, illeso, avevo scoperto che la Cattedrale accanto alla mia canonica non c’era più come quelle circa venticinque mila persone che non ci sono più. 

Questa è anche l’ora di tante domande: come mai sono rimasto in vita? È la Provvidenza che ha dei progetti su di me? Il Signore mi ha salvato perché io aiutassi altri? Oppure si tratta semplicemente di un colpo di fortuna, quindi come ci suggerisce un modo di dire turco forse dovrei grattare il mio posteriore? (Spero di aver scelto il termine più educato per tradurlo in italiano). 

Dio onnipotente e/o la fortuna? Io opto sulla prima. Ho poca fede, lo so e chiedo continuamente al Signore di aumentarlo, ma quel poco che ho mi aiuta a sentire la sua presenza in ogni momento, dalle ore 4:17 del 6 febbraio 2023 fino a questo istante; Lo “trovo in tutte le cose”, in tutte le persone che mi circondano e che mi versano l’acqua del mare per farmi lavare il volto al mattino o che tra gli aiuti ricevuti mi procurano delle salviette perché io mi pulissi il mio corpo per puzzare meno. Forse per la prima volta nella mia vita non mi sono lavato per una settimana.

Pero attenzione! Non sono da solo. Non vivo da solo tutta quest’esperienza. Sarà ormai un’immagine stanca ma mi viene da dire “siamo tutti sulla stessa barca!” Alla PFTIM di Napoli su questo tema avrebbero programmato un corso intitolato “Il terremoto come luogo di condivisione della propria esperienza”. Don Luigi Maria Epicoco, che non mi ha lasciato da solo in questi giorni con i suoi messaggi, in uno dei suoi libri intitolato “La scelta di Enea. Per una fenomenologia del presente” a un certo punto afferma quello che sto cercando di spiegarvi: “La tentazione della presunzione del dolore si nutre della convinzione che nessun altro al mondo ha provato o prova quel dolore o quel tipo di esperienza… Aprirsi invece alle storie degli altri fa sì che ognuno possa scoprire una similitudine nelle storie degli altri e rendersi così conto che, se da una parte ogni dolore e ogni sofferenza sono unici perché noi siamo unici, c’è una similitudine che crea una sottesa solidarietà tra le persone.”
È quello che ho cercato di fare in questi giorni attraverso i miei post qui su Facebook.

Mi fermo qui.
Da due giorni abbiamo l’elettricità e la rete wifi, cosi oggi spero di poter partecipare ad “A Sua Immagine” sulla RAI1, e per consentirlo nelle ore italiane, tra poco celebreremo la nostra Messa di domenica. La prima messa di domenica dopo il crollo della Cattedrale. Vi porteremo nelle nostre preghiere.

Ricevo i vostri messaggi, state tranquilli, se anche mi riesce difficile risponderli come vorrei. Grazie di vero cuore a ciascuno di voi a nome della mia comunità, di John Farhad Sadredin, Agi, Sr. Misericordia, Sr. Cruz, Sr. Remedy, Aylin, Jülide, Sezar, Robin, İlyas, Helga, Yusuf, Burçin, Remon e innumerevoli altri che si fanno in quattro per assistere chi si è rifugiato qui da noi e per distribuire i vostri aiuti. Un grazie particolare al Patriarca armeno di Costantinopoli Sua Beatitudine Sahak Maşalyan che ieri mi ha chiamato per esprimere la Sua vicinanza, come anche al Sindaco di İstanbul, sig.re Ekrem İmamoğlu. 

O Dio, noi tuoi figli rimasti senza dimora, ci rivolgiamo a te. 
Tu che ci hai promesso di abitare in coloro che ti amano con cuore retto e sincero, donaci la grazia di diventare tua degna dimora. Per il nostro Signore Gesù Cristo” (dalla Colletta di questa domenica).

p. Antuan sj