Incontri per attraversare i confini

Il dialogo necessita capacità intellettuale ma anche doti di cuore. Il primo atteggiamento richiesto è una sana curiosità, cioè un serio desiderio di sapere e capire. Questo presuppone un’attitudine di apertura, di ricettività, di umana simpatia verso l’altro. Più aumenta l’empatia poi, cioè la capacità di vedere le cose dal punto di vista altrui, più il dialogo è proficuo.
Durante i pellegrinaggi offriamo opportunità di incontro, conoscenza e dialogo con persone appartenenti ad altre fedi religiose, andandole a visitare nel loro ambiente e condividendo usi e costumi della loro cultura.
In Italia organizziamo eventi di vario tipo, finalizzati ad aprire finestre sul meticciato mediorientale e a esercitare il dialogo nella concretezza quotidiana.


Documentario sui cristiani in Iraq realizzato dal canale francese KTO, in vista dell'imminente viaggio apostolico di Papa Francesco. Il documentario ruota principalmente intorno al monastero di Maryam al-Adhra a Sulaymaniyah, della Fraternità di Deir Mar Musa. Partecipano gli amici Jens e Friederike, insieme al Vescovo Tomas. 

La vita spirituale nei Padri siriaci di Sabino Chialà

1. Introduzione

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2. AFRAATE IL PERSIANO: il primato della Scrittura

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3. EFREM IL SIRO: teologia poetica

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4. GIACOMO DI SARUG: il mistero di Cristo

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5. LIBER GRADUUM: la comunità del vangelo

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6. MARTYRIOS SAHDONA: la via dell’ascesi

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7. GIOVANNI DI DALYATA: verso l’interiorità

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8. ISACCO DI NINIVE: la compassione

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9. SINTESI CONCLUSIVA

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Conoscersi abbatte i muri
di Sr. Mariachiara Piccinini della Piccola Fraternità di Nazareth, Bologna

Da ottobre a gennaio nella nostra comunità monastica a Bologna abbiamo ospitato per uno stage dell’Erasmus una ragazza turca musulmana di 24 anni, studentessa di giurisprudenza.
L’ospitalità è parte essenziale della nostra vita di comunità, ma non immaginavamo che sarebbe stata un’esperienza così forte e ricca!
Non è stato difficile accogliere una donna tanto amabile, rispettosa, autonoma e… aperta: siamo stati spiazzati da come sia stato profondo il nostro incontrarci e il rispetto nella dimensione della fede!
La prima cosa che ci ha stupiti è che per lei e la sua famiglia la priorità, per la quale avevano pregato, fosse stata trovare a Bologna un ambiente dove ci fosse «timor di Dio».
Per lei essere tra cristiani è stato, da subito e con facilità, occasione propizia per conoscere direttamente un mondo e una cultura diverse dalla sua tradizione e dalla sua storia. Con coraggio e curiosità, ha voluto partecipare ad alcuni momenti della nostra preghiera, soprattutto alla Messa domenicale, rimanendo stupita di quanti valori condividiamo nella fede e anche dalla gioia con cui le persone celebrano la loro fede ritrovandosi nelle chiese e dalla bellezza di farlo tutti insieme: uomini e donne, grandi e piccoli… «Ora so che Dio è nelle chiese, oltre che nelle moschee!» - ci ha detto.
Lei stessa fa parte di un movimento in cui si ritiene importante che anche le donne partecipino liberamente alla preghiera nelle moschee, anche se non ne sono obbligate.
È una donna molto credente e forte nella sua appartenenza religiosa, coltivando la preghiera quotidiana, con la fiducia di vederne tracce in ogni minuto della vita. Ha sentito molto vicina l’esperienza della vita comune dei monaci, che più volte al giorno si ritrovano insieme per pregare e cercare Dio nella vita concreta.
Nel periodo di Natale è stata raggiunta da una sua cara amica e così sono diventate due le donne musulmane presenti: entrambe molto femminili e calde, con una bellissima complicità e amicizia. Ancora più intenso è stato lo scambio su questioni «di peso»: rapporto stato-chiesa, il senso delle rappresentazioni artistiche e il significato che hanno per noi, cosa dice la Bibbia o il Corano su vari aspetti della vita e della preghiera… oltre ovviamente agli scambi culinari! Il tutto accelerato dalla vivacità intellettuale e dalla curiosità profonda della nuova amica.
Ci siamo dette che in tempi in cui il mondo (dei maschi!) urla sempre più forte, strumentalizzando anche la religione, per affermare le proprie logiche di violenza e di potere, noi abbiamo sperimentato, dal basso e con tanta consolazione, la ricchezza di una condivisione rispettosa e stimolante di due approcci a Dio e alla vita. Ci siamo ritrovati nel profondissimo anelito alla Bellezza di Dio, al Suo Amore e all’amore per gli uomini e per il creato.
Ancora una volta i giovani ci hanno fatto sentire tutti più forti e molto più speranzosi verso il futuro: è ancora possibile un mondo abitato da benevolenza, rispetto e impegno, dove ci si incontra, ci si conosce e si cresce insieme.

A cavalcioni 
tra mondi 
differenti

«Il discorso della montagna 
del dialogo intrareligioso»
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Partì la goccia
dalla patria, e tornò
trovò la conchiglia
e divenne una perla.
O uomo! Viaggia
da te stesso in te stesso,
ché da simile viaggio
la terra diventa purissimo oro.
(Rûmî)

"Da Mar Musa alla Turchia, con i profughi cristiani dell'Iraq"
con Anna Pozzi, padre Jihad Youssef.

Podcast Radio 3 di sabato 19 gennaio 2019